Sabine, pur non amando questo genere musicale, si è mescolata agli amanti di musica folk, a 2.400 m s.l.m., con il panorama della Val Sarentino a fare da cornice!
Quando la montagna canta: l’evento “Schlager im Schnee”
Devo fare una premessa: in realtà non sono propriamente quella che si dice una fan della musica folk. Certo, se ad una festa mettono una canzone folk, può succedere che mi ritrovi a cantare il ritornello in coro o a ballare a braccetto con gli amici intonando qualche strofa. Così, perché è divertente, perché lo fanno tutti e perché quando si ascoltano queste canzoni normalmente l’atmosfera è goliardica. Ma che io vada di mia iniziativa ad un concerto di musica folk... beh, ce ne vuole! Eppure si sa, mai dire mai! Così è successo che mia madre e mia zia mi abbiano persuasa ad accompagnarle ad una manifestazione che, per non lasciare nulla alla fantasia e nel rispetto di ogni cliché, si chiama “Schlager im Schnee”, ovvero musica folk sulla neve.
Un’(insolita) giornata sulla neve!
Ma siccome l’evento “Schlager im Schnee” si svolge in un luogo davvero sensazionale, a San Martino in Sarentino per l’appunto, in cima, presso il
Ristorante Pichlberg, ho deciso di unirmi anch’io alle mie donne. E così in tarda mattina mia madre, mia zia ed io ci mettiamo in macchina verso la Val Sarentino, più precisamente verso il comprensorio sciistico Reinswald a 2.400 metri s.l.m. Questa è una meta molto ambita sia dagli sciatori che amano il sole, che dagli appassionati di slittino.
Oggi, però, noi non apparteniamo a nessuna di queste due categorie. Devo dire di averci provato, ma non c’è stato verso di convincere le mie accompagnatrici. “Oggi vogliamo solo vedere Jürgen”, continuano a ripetere. “Poi ogni tanto è bello anche fare solo una passeggiata sulla neve. Inoltre non riusciamo più a starti dietro in pista!”
Vabbè. Una giornata sulle piste senza sci... Cosa volete che vi dica, è andata così. In fondo hanno ragione, anche una semplice passeggiata ha il suo perché. Ma questa attività la teniamo per il pomeriggio, perché prima dobbiamo salire in quota con lo skilift. E senza skipass giornaliero non è possibile assistere al concerto! Il parcheggio è gremito di gente e mi rendo conto all’istante che non siamo le uniche a “voler vedere Jürgen” oggi (se questo nome non vi dice nulla, sto parlando del Re di Maiorca). Non vediamo l’ora di vederlo salire sul palco, come quasi tutti i presenti, e la corsa allo skilift ne è la riprova lampante. Riusciamo ad intrufolarci in una delle cabine e ci lasciamo trasportare fino alla stazione a monte sotto un cielo blu, ancora un po’ velato dalla nebbia e dalle nuvole del mattino.
Musica folk vs costine succulente
Sono stata tante volte a San Martino, ma mai ho trovato così tanta gente come oggi. Siamo leggermente in ritardo, è quasi mezzogiorno e arrivate in cima capiamo di esserci perse il primo atto. Poco male. Mia mamma e mia zia trovano i tre ragazzi che stanno suonando sul palco davvero grandiosi e non faccio a tempo a girarmi un attimo che si mescolano già tra la folla. Mia zia mi spiega elettrizzata che la band si chiama “Die Grubertaler”. Capisco subito che ho bisogno di mangiare qualcosa e magari di un bicchiere di vino per entrare nel mood giusto. ;)
Un buon pranzetto al ristorante è proprio quello che ci vuole. Riusciamo a prendere posto a tavola quasi subito (considerato il numero di persone che partecipano a questo evento, l’organizzazione è davvero ottima), ordiniamo due cotolette impanate e una porzione di costine e brindiamo a questa giornata con un bicchiere di vino bianco. Perfetto, ora anche io sono pronta a godermi il concerto, anche se nel frattempo ci siamo perse la performance del cantante sarentino Jason.
Una voce calda che riscalda l’atmosfera
Quando usciamo di nuovo all’aria aperta, una voce profonda ed intrigante attira la mia attenzione: Alexander Eder, ex concorrente di “The Voice of Germany”, intrattiene la folla scalpitante con canzoni tutt’altro che folk. Questo concerto inizia a piacere pure a me. Cerchiamo un posticino sulla collina da dove vedere sia il palcoscenico che il paesaggio montano alle sue spalle. Solo ora noto quanto spettacolare sia il palco sul quale il giovane cantante si sta esibendo. Il palcoscenico è un’enorme scultura di ghiaccio, davvero strabiliante! Forse l’idea di venire a veder un concerto di musica folk non è stata poi così male... Sorrido dentro di me e mi lascio catturare dalla splendida vista e dal sound decisamente pop.
…e poi arriva Jürgen!
Contrariamente alle nostre aspettative il prossimo artista ad esibirsi sarà la star più attesa di questo evento, alla quale seguirà un’altra cantante meno conosciuta. E infatti: “Guarda, Sabine, ecco che arriva Jürgen!”, mia madre grida il mio nome come se io fossi ancora una bambina e mi scuote emozionata le spalle. Per una mezz’ora nelle mie orecchie risuonano successi folk. Conosco quasi tutte le canzoni. Per l’occasione Jürgen Drews ha scelto di cantare tutti i suoi pezzi migliori. E quando intona “Ein Bett im Kornfeld” (un letto in un campo di grano, nrd) torno di nuovo un po’ bambina. Questa canzone, infatti, mi è sempre piaciuta fin da quando ero piccola.
Terminata la performance del cantante di punta, che ha salutato il pubblico per tornarsene a Düsseldorf, mia madre e mia zia sono convinte che per oggi le emozioni siano finite. Ma non appena Melissa Naschenweng inizia a far vibrare sul palco la sua fisarmonica, il pubblico si scalda. E addirittura molto di più di quanto sia riuscito a fare Jürgen. Devo ammettere che non avevo mai sentito parlare di questa cantante, né conoscevo le sue canzoni così prettamente folk da essere decisamente troppo lontane dal mio gusto musicale. Eppure l’atmosfera gioviale che creano è a dir poco sensazionale. La folla scalpita, il cielo diventa sempre più blu e il buon umore nell’aria tra neve, panorami mozzafiato e musica allegra è assolutamente contagioso! Vedere mia mamma e mia zia divertirsi come una volta mi fa capire che ne è valsa davvero la pena. :)
Per le orecchie e per gli occhi!
Tre tormentoni, due birre e un’orda di gente in fermento più tardi, decidiamo di dirigerci verso la stazione a valle. A piedi, come avevamo deciso di fare all’inizio. E dato che il tardo pomeriggio ci regala ancora uno spettacolo di nuvole e di raggi solari, arriviamo al parcheggio dopo circa un’ora di camminata di ottimo umore e con delle belle fotografie nello smartphone.
“L’anno prossimo ci veniamo di nuovo, che ne dici Sabine?”, mi chiede mia madre sulla via del ritorno. “Certo che torneremo!”, commenta mia zia prima ancora che io possa rispondere. Sorrido guardando fuori dal finestrino. Perché no, penso tra me e me. Non era poi così male.
Un saluto con il
cuore,
Sabine